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Apple concede poca trasparenza, ma viene punita

Apple ha recentemente annunciato che non renderà più pubblici i dati vendita di iPhone, iPad e Mac; in conseguenza a questo, il titolo di borsa è crollato del 7 per cento in soli due giorni consecutivi.

Ha raggiunto inoltre in un solo giorno un calo record: percentuali così basse infatti non se ne vedevano dall’aprile 2016, quando con una discesa clamorosa del -16,3 per cento c’era stata la prima grande frenata di vendita degli iPhone.

La prima dal 2007, che era l’anno nel quale l’Apple ha lanciato sul mercato il suo primo telefono.

Tornando alla privatizzazione dei dati, è lecito chiedersi se probabilmente sia questo il prezzo da pagare per essere un’industria che deve costantemente essere quella vincente, e soprattutto che deve essere capace di rimanere sempre al passo con l’inarrestabile progresso tecnologico.

In particolare, la notizia in questione è stata ufficializzata giovedì sera, durante la conferenza con gli analisti per parlare dei traguardi del terzo trimestre fiscale.

Le parole di Luca Maestri, il chief financial officer di Apple sono state queste: “Le vendite dei singoli prodotti non sono rilevanti per noi a questo punto“.

L’unica pecca è stata sottovalutare gli imprenditori, che si sono rivelati più furbi del previsto, ed hanno punito severamente questa mancanza di chiarezza.

Foto it.wikipedia

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