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Facebook regala 4,5 milioni di sterline ai giornali inglesi

L'iniziativa rientrerebbe nel piano Community News Project

Facebook dona 4,5 milioni di sterline alle testate giornalistiche locali inglesi, con l’idea che sia la prima di una serie di iniziative.

Perché?

Dato che è Natale, anche Mark Zuckerberg si sente più buono? Sì e no. Da un lato, Facebook è stato oggetto di severi attacchi dalla stampa e dall’editoria di tutto il mondo. Tra le accuse, spiccano:

  • Di essere la causa del calo di vendite.
  • Di aver ridotto la visibilità delle notizie.
  • Essere la base del mancato introito per le pubblicità a livello locale.
  • Non stare sotto nessuna regola, quindi non vigilare sui contenuti delle notizie.

Eccetera, eccetera, eccetera. In più, tantissime piccole testate giornalistiche locali hanno sofferto molto di questa concorrenza, tanto da chiudere più o meno ovunque. Questo ha scatenato numerose polemiche, che si aggiungono a quelle su come Facebook usa i dati personali degli utenti.

Quindi, anche il founder di Facebook è dovuto correre ai ripari, con un piano di donazioni alla stampa locale inglese e non solo. Si tratta di una serie di iniziative benefiche per i giornalisti, che andranno sotto il nome di Community News Project.

A chi andranno questi soldi

I 4,5 milioni di sterline (pari a 5 milioni di Euro più o meno) andranno a 80 giornalisti di testate locali inglesi. A dividere questi soldi in base al bisogno, non sarà Facebook, ma il Consiglio Nazionale per la Formazione dei Giornalisti nel Regno Unito (= la versione inglese del nostro Ordine dei Giornalisti).

Gli 80 cronisti seguiranno un percorso di formazione e verranno scelti tra quelli che hanno perso il lavoro per via della chiusura del loro giornale. Al termine, il progetto garantirà a ognuno di loro un nuovo contratto di lavoro con una nuova testata giornalistica.

Tutto il progetto partirà nel 2019, con l’arrivo delle domande dei cronisti per aderire al programma di formazione. Al termine, gli interessati avranno sia una qualifica NCTJ, sia della formazione specifica sui social media fornita direttamente da Facebook.

Si tratta solo dell’inizio

Questo è solo l’inizio per Facebook, ma già c’è concorrenza. Infatti, Google ha donato 300 milioni di dollari con il progetto News Initiative negli Stati Uniti. L’idea di Google è un po’ diversa: pagare gli abbonamenti dei lettori affinché questi leggano notizie veritiere e non fake news.

Contemporaneamente, i giornali, ricevendo più abbonamenti, non dovranno chiudere e faranno meno fatica. Gli abbonamenti si otterrebbero attraverso la piattaforma G Suite. Purtroppo, non ci sono notizie su iniziative simili da parte dei due colossi anche in Italia.

Il rapporto di scambio tra giornalisti e colossi del Web

Non è la prima volta che Facebook e Google vengono accusati di essere giganti del Web che mangiano l’informazione, senza dare nulla in cambio.

Di fronte a questa accusa, i due colossi hanno sempre risposto (anche a ragione in alcuni tribunali europei) sostenendo che le loro piattaforme utilizzano sì i contenuti dell’editoria, ma che portano anche a questa nuovi lettori, grazie agli strumenti della ricerca e della condivisione.

Insomma, un rapporto win-win, soprattutto sui grandi giornali. In questo modo, i giornalisti ottenogno più visite, quindi più introiti, mentre Google e Facebook possono guadagnare per vie traverse. In realtà, l’UE e gli Stati Uniti non sono sempre d’accordo con questa idea, tanto che si sta trovando una via normativa per risolvere il problema e tutelare il diritto d’autore.

In ogni caso, la strada delle donazioni è un grandissimo investimento pubblicitario, che aiuta a dare un’immagine migliore di questi strumenti digitali e, contemporaneamente, aiuta i cronisti a migliorarsi.

Cosa ne pensi di questa donazione di Facebook? Generosità o strategia? Raccontaci con un commento la tua opinione su questa notizia e sulle donazioni che anche Google farà molto presto.

Foto: Pixabay

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Annarita

Copywriter freelance, scrive di tecnologia da parecchio tempo. Adora il mondo Android, open source e open fun!

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