Tecnologia

Il progetto del 5G: potenzialità e rischi

Quali sono le differenze con le connessioni precedenti

Da qualche tempo si parla di una prossima introduzione sul mercato delle telecomunicazioni del 5G. A molti sorge ancora il dubbio su quale sia la differenza che intercorre tra le sigle di cui spesso sentiamo parlare in proposito di smartphone e tecnologie mobili: 2G, 3G e 4G? Che cosa rappresentano insieme al 5G e la sua prossima introduzione? Ci possono essere conseguenze negative come da tempo si sente vociferare? Cerchiamo di capire qualcosa in più.

La differenza tra 2G, 3G e 4G

In realtà le sigle che spuntano a prima vista quando abilitiamo la connessione dati sui nostri dispositivi mobili sono più di tre. Possono uscire infatti, oltre alle sigle 2G, 3G e 4G, anche le sigla G, E, H e H+. Sigle che, per chi non possiede le nozioni base di carattere tecnologico, possono rappresentare un vero e proprio mistero. In realtà hanno un significato specifico, strettamente connesso sia alla capacità che alla velocità della connessione dati fornita dall’operatore telefonico della SIM. Caratteristiche queste influenzate anche dalle capacità del dispositivo nel quale la sim è inserita.

La preistoria delle connessioni dati

La sigla G sta per GPRS, è una delle le connessioni più lente. È quella che più comunemente viene definita connessione 2G. La velocità garantita da questa tipologia di connessione permetterà per lo più di visitare, con non poca fatica, alcune pagine non particolarmente cariche di dati multimediali. Non è sicuramente la connessione più adatta per navigare in internet ad una velocità discreta. Almeno senza farsi prendere dai nervi, per come siamo abituati oggi. La sigla E sta per edge. Chiamata anche GPRS, si tratta di una tecnologia leggermente superiore a quella precedente. Infatti, la velocità è leggermente più elevata rispetto al GPRS, ma sicuramente non è ottimale per sfruttare al meglio le potenzialità della navigazione in internet.

I primi passi verso velocità più avanzate: il 3G e l’avvento del 4G

Definito anche UMTS, si tratta della terza generazione delle connessioni ad internet. Questa garantisce uno scambio di dati veloce rispetto alle generazioni precedenti, e questo risulta favorevole soprattutto quando si deve effettuare il download, ma non soltanto. Hspa fa riferimento ad una connessione ulteriormente evoluta rispetto al 3G. Per arrivare poi alla sigla H+, con performance e prestazioni eccellenti in funzione crescente. Quando poi è sopraggiunto il 4G, con la tecnologia LTE, si è potuto parlare già di qualcosa di futuristico, con velocità che solo qualche anno fa risultavano impensabili.

La tecnologia in gestazione: il 5G

Da qualche tempo si parla della nuova generazione delle velocità di connessione ad internet: il 5G. Si tratta di nuove reti a banda larga per il settore del mobile, che faranno passi avanti ulteriori rispetto a quello che già è in grado di offrirci la rete 4G. Passi avanti che potranno tradursi in una velocità maggiore a quella della quale già riusciamo a disporre. Ma anche grandi performance sul piano della capacità della banda. Si tratta ovviamente di un’idea ancora in gestazione, un progetto in lavorazione e che non troverà sbocco se non prima del 2020. Progetto che sta suscitando grandissimi entusiasmi ma anche creando qualche allarmismo. Per rendere più o meno l’idea delle potenzialità di questa nuova velocità di connessione ad internet basti paragonarla alle capacità attuali del 4G. Questo permette di navigare in internet ad una velocità di 10 megabits contro i 10 gigabits promessi dal 5G. Progetto notevole che promette anche la capacità di connettere contemporaneamente oltre un milione di dispositivi per chilometro quadrato. Oltre a far scendere ad un millisecondo il tempo di attesa necessario affinché avvenga la connessione.

Le potenzialità del 5G

È proprio la grande capacità che questa connessione internet avrà nel collegare numerosissimi dispositivi tra di loro fa presupporre di ottenere in futuro risultati ottimi in molti settori dell’industria e non. Si è pensato, per esempio, già al campo della chirurgia a distanza con il controllo remoto di robot per l’esecuzione di operazioni delicate. Ma si è parlato anche di auto autonome, in grado di circolare su strada in massima sicurezza. Questo grazie alle comunicazioni e agli scambi che potranno avvenire tra i veicoli in circolazione. Le prospettive sembrano molte, è sembrano essere particolarmente esaltanti per una società che ama molto la tecnologia. I dati statistici sembrano anzi parlare di una schiavitù nei confronti della stessa. Tecnologia questa che oltre a richiedere tempi lunghi richiederà notevoli investimenti dal punto di vista economico per essere ultimata ed utilizzata.

I rischi potenziali connessi al 5G

Il 5G è ancora in gestazione ma già c’è chi parla di antenne in grado di friggerci. Quanto c’è di vero in questo tipo di pensieri ed affermazioni? Esistono realmente rischi fondati per la salute umana causati dalle antenne necessarie per sostenere il 5G? Parliamo della preoccupazione più rilevante: il rischio di incremento dei tumori. L’elettrosmog è un dato di fatto. Le connessioni dati sviluppate fino ad oggi, è dimostrato in numerose ricerche, possono avere un’influenza nello sviluppo di tumori. Quindi non si tratta sicuramente di ipotesi campate in aria. È verosimile credere che capacità notevolmente più alte, di quelle fino ad oggi utilizzate, possano comportare per controverso l’aumento di questi rischi.

Il rischio dell’aumento dei tumori

A proposito di chi teme questa paventabile conseguenza, i gridi di battaglia fanno riferimento ad un possibile aumento di rischio di tumore al cervello, del nervo vestibolare, della ghiandola salivare già da tempo associati all’uso del cellulare. Ma si parla anche di aumento di tumori al seno e non solo per le donne. Possibili rischi anche per il tumore ai testicoli e alla tiroide, senza dimenticare la leucemia. Non parliamo di certezze ma di potenzialità delle quali è bene essere messi a conoscenza per una valutazione autonoma e consapevole.

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