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Il “bello” ai tempi dei social, la riflessione di Giacinto Plescia

Il pensiero di un filosofo moderno

Una canzone di Gianna Nannini dice che il “sublime” è un gradino oltre il concetto di “bello” e che è “impossibile”  definire compiutamente con le categorie interpretative prevalenti. 

D’altronde, la Bellezza è diventato un interrogativo molto sentito nei nostri giorni: ne sono una testimonianza l’impatto che i vari social media hanno sulla comunicazione, spesso focalizzata sulle immagini, o il film di qualche anno fa, la “Grande bellezza”.

Oggi, la parola Sublime viene utilizzata spesso. Anche Giacinto Plescia, New Media e Social-Blogger Influencer, esperto di filosofia, arte, architettura e non solo, gli ha dedicato una pubblicazione dal titolo “sublime’ontology”.

D’altronde, il dibattito sul “bello” e sulla sua definizione era già noto ai tempi dei dialoghi platonici e ha conosciuto poi una maggiore risonanza con il “Trattato del Sublime”, un’opera che coinvolge il lettore puntando sull’ Empatia e il pathos.

Il “bello” e il “sublime” ai tempi dei social

Quello che Giacinto Plescia si chiede è se oggi è possibile parlare di bello e sublime. Sui social network, ad esempio, con un click si può mettere un “mi piace”, ma questo non è detto che sia espressione di qualcosa di bello e nemmeno di sublime.

Questi due elementi, d’altronde, e soprattutto il Sublime, si legano a qualcosa di concettualmente più elevato: Il Sublime” si svela solo nell’Infinito o nell’Abisso. Si tratta di un tema presente in Nietzsche e che viene esemplificato dal Canto di Calipso, inedita dea che diventa rappresentante del “Sublime”.

Spesso, nel linguaggio comune, quando qualcosa piace davvero molto, e la riteniamo più che semplicemente bella, si usa l’espressione sublime. Tuttavia, dietro questo termine si nasconde un concetto assai differente dal “Bello” e che è capace di sconvolgere e generare smarrimento e paura, riprendendo le parole di Kant.

Il sublime nelle arti: pittura, letteratura e musica

Nella pittura William Turner e considerato uno dei maggiori interpreti del sublime che veniva espresso attraverso la scelta di colori, soggetti e ambientazioni ben precise. 

Nella letteratura, invece, Giacomo Leopardi può essere considerato un esponente del sublime che, attraverso le sue parole, riusciva a suscitare l’amore, la gloria e la virtù in chi leggeva i suoi scritti.

Anche la musica non è lontana dal concetto di sublime: infatti, il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, il cui pensiero è successivo a quello romantico, affermava che le melodie fossero uno “metafisica in suoni”. Oggi, questo approccio è stato ripreso, anche in chiave moderna, attraverso melodie che mescolano diversi stili e che hanno un forte effetto evocativo.

Chi è Giacinto Plescia

Giacinto Plescia, si è laureato in Architettura al Politecnico di Torino con pubblicazione di uno stralcio della Tesi.  

Inoltre, ha concluso il Corso di Specializzazione post-lauream in “Pianificazione Urbanistica” all’Università degli Studi di Roma e ha conseguito 3 Attestati di Perfezionamento post lauream in Filosofia all’Università degli Studi di Firenze.

Tra i suoi più importanti risultati ci sono anche il Premio “Onor d’Agobbio” Sez. Saggistica e 2 premiazioni (CD-Calendars) nell’ambito del“PirelliInternationalAward”.

Al di là del suo interessante percorso di studi, oggi Giacinto Plescia ama definirsi un New Media e Social-Blogger Influencer e, sul suo seguitissimo Blog Frame-Frames, pubblica frequentemente articoli che rappresentano una critica alla società moderna, agli avvenimenti di attualità, interpretandoli secondo la sua particolare visione.

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