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Cosa sono le startup innovative?

Ce ne parla nell'intervista la dottoressa Gatti Natalina, commercialista specializzata in startup innovative

Natalina Gatti, commercialista in startup innovative, ci parla di che cosa sono queste nuove forme di impresa e di come capire se un business ha una formula vincente.

A volte i miglior business nascono da idee originali ed innovative che vanno a soddisfare le esigenze di una nicchia di mercato o, addirittura, sono capaci di creare una nuova domanda.

Se pensi di avere un’idea innovativa e ti piacerebbe avviare un progetto, devi assolutamente leggere questa intervista.

Dottoressa Natalina Gatti, potrebbe darci una definizione di startup innovativa?

Una startup è innovativa per definizione. Si tratta di un’azienda che basa il suo business su un prodotto o un servizio innovativo e riesce a portarlo avanti nonostante l’incertezza.

Nella letteratura economica sono diverse le definizioni di startup innovativa. Quella data da Eric Ries, nel libro “The lean startup” sottolinea proprio la capacità di questa impresa di creare un business in condizioni di incertezza. E, per farlo, ha bisogno  di un team, un metodo scientifico per vincere l’incertezza e per rispondere alle esigenze del mercato. In pratica, quello che le startup innovative hanno bisogno è creare un business model che sia scalabile, ripetibile e che, ovviamente funzioni.

Ecco perché, chi ha un’idea innovativa e vuole avviare la sua impresa, deve rivolgersi a un commercialista esperto in startup. 

Potrebbe farci capire, con qualche esempio, quali sono le differenze tra una startup innovativa e l’apertura di un impresa tradizionale?

Quando si avvia un’impresa tradizionale lo si fa seguendo un iter ben preciso che prevede una puntuale analisi dei dati, uno studio del mercato e dei competitor, giusto per fare un esempio. Insomma, non si hanno certezze, ma si ha un quadro abbastanza chiaro della situazione e dei potenziali sviluppi.

Quando si parla di startup innovative, invece, si ha un’idea dirompente, ma non si ha nulla di codificato. E’ un po’ come se si trattasse di un “appuntamento al buio” e man mano che si avvia l’idea si svelano anche ulteriori dettagli relativi alla domanda, ai competitors, etc.

Per dirla praticamente, quando si vuole avviare un’attività di ristorazione avremo un’ampia scelta di modelli di business a cui ispirarci. Potremo aprire un ristorante gourmet, un takeaway, un self service. Insomma, avremo già idea di come saranno i processi, di come agirà la filiera e dei concorrenti presenti sul mercato di riferimento.

Se, invece, come nel caso delle startup, andiamo a creare qualcosa di realmente innovativo, che finora non era presente sul mercato, non avremo dati di riferimento e non sapremo, quindi, se il nostro business potrà davvero funzionare. Basti pensare a YouTube che ha introdotto un nuova modalità di fruizione di video. Ha avuto successo, ma poteva anche non incontrare l’interesse degli utenti.

Questo esempio rende ancora più chiaro perché è necessario affidarsi a un commercialista esperto in startup per validare il proprio modello di business ed affrontare al meglio l’incertezza.

Perché lei, dottoressa Gatti, indica la necessità di validare subito il business model della propria Startup?

Come abbiamo detto, avviare una startup innovativa vuol dire dar vita ad un progetto nella totale incertezza e, questa situazione, non è sempre sostenibile. Ecco perché, va capito fin da subito se il business model può funzionare. Ovvero, se incontra e soddisfa le richieste dei potenziali clienti e se questi sono disposti a pagare un prezzo che permetta alla startup di avere profitto.

Chi, come me, è una commercialista esperta in startup, si occupa proprio di questo. In pratica, possiamo verificare se l’idea è valida già in una fase che potremo chiamare di sperimentazione (pre-seed state).

Che vuol dire che il business model deve essere scalabile e ripetibile?

Molto spesso, chi ha un’idea si innamora del suo progetto e tende a portarlo avanti senza fermarsi a vedere eventuali punti di debolezza. Si tratta di un errore grave che, purtroppo, interessa sia le imprese tradizionali che le startup innovative.

Ecco perché, soprattutto quando si parla di startup, che come abbiamo visto partono già da una fase di elevata incertezza, il business model deve essere scalabile, ovvero deve essere capace di generare profitto e, ogni volta che viene ripetuto, continua a generare guadagni. Insomma, si tratta di capire se la propria idea di business è valida, se avrà un futuro sul mercato oppure no.

Basta un’idea o un’invenzione per aprire una startup innovativa?

Non sempre. Infatti, se è vero che un’idea innovativa è un requisito fondamentale per aprire una startup, è pur vero che non tutti sono dotati delle capacità imprenditoriali giuste. Insomma, non basta avere un’intuizione per avviare un business vincente.

In alcuni casi, come commercialista esperta di startup innovative, suggerisco ai miei clienti di valutare l’idea di un contratto di licenza del brevetto in cambio di royalties. Non bisogna dimenticare, poi, che l’ordinamento giuridico italiano impone una serie di requisiti e divieti per definire un’impresa startup innovativa e concederle una serie di agevolazioni.

Chi è Natalina Gatti

Natalina Gatti è Dottore Commercialista & Revisore Contabile ed è esperta in startup innovative. Sul suo sito offre spunti e guide per chi desidera avviare il proprio progetto d’impresa.

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